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Luigi Tenco: "I SOLDI
MI PIACCIONO MA NON I COMPROMESSI"
Luigi
Tenco è nato a Cassine (Alessandria) nel 1938, ma è cresciuto a
Genova. Ha lasciato la facoltà di fisica per dedicarsi alla canzone.
Ha debuttato con un motivo intitolato 'Quando'. Tenco è un cantautore
decisamente anticonformista e lavora solo quando gli viene
l'ispirazione. E' apparso in TV nella "Commare", e sugli schermi nella
"Cuccagna". Il cantante vive a Recco, in Liguria. Non è sposato.
"Mettetemi addosso uno
smoking e vi sembrerò uno spaventapasseri. Lasciatemi i miei blue-jeans e
il mio maglione: allora mi vedrete disinvolto e pienamente a mio agio...."
Chi parla così è Luigi Tenco, un ragazzo che non ama essere definito un
"cantautore commerciale", ma che vuole soltanto imporsi per quello che è:
un cantante fuori da ogni convenzione, un cantante "di protesta", come Bob
Dylan, tanto per intenderci.
Da noi Dylan è ancora poco conosciuto, almeno al gran pubblico. Vi basti
sapere che Bob è nato in USA nel 1941 e si è imposto come il maggior
cantante "beat" d'America.
Con i suoi "messaggi" di protesta, con le sue ballate rivoluzionarie,
guadagna miliardi che peraltro devolve in gran parte a una istituzione per
la pace.
Tenco, invece, vivacchia alla bell'e meglio, accontentandosi di quello che
le sue composizioni gli hanno sinora fruttato. Possiede una casa a Recco,
un'auto veloce, una "barca" (lui veramente la chiama "il gozzo")con la
quale si avventura al largo della costa ligure in cerca di ispirazione.
"I soldi piacciono anche a me", afferma il cantante, "perché danno
l'indipendenza e permettono di creare in piena serenità. Ma se per
guadagnare del denaro, bisogna scendere a compromessi, allora non ci sto
più e mando all'inferno i denari".
In queste parole, c'è tutto il carattere di Tenco, la sua filosofia della
vita e il suo credo artistico.
"In Italia", dichiara il cantante,"i tempi per la canzone di protesta non
sono ancora maturi. Gli autori sono abbarbicati a vecchi schemi, e non
hanno il coraggio di rinnovarsi, forse per mancanza di ispirazione, forse
perché le esigenze commerciali li hanno travolti".
Tenco, al contrario, quando non ha niente da dire...sta zitto. Ecco
spiegato il motivo delle sue lunghe assenze dalla sala di incisione.
"Una canzone", dice, "è un fatto troppo importante nella vita di un uomo.
Deve rispecchiare uno stato d'animo, deve essere legata a un avvenimento,
deve rievocare qualche cosa. Altrimenti è inutile comporla e inciderla".
"Ma come mai", insistiamo noi, "pur restando fedele al suo indirizzo, non
partecipa ai Festival e non si esibisce in serate?"
"Non parliamo di Festival!", salta su il cantante. "Non sono fatti per me.
Le giurie non accetterebbero mai canzoni che dicano cose vere in un
linguaggio crudo e immediato. Quanto alle serate, sono restio a
parteciparvi perché le mie canzoni, a parte qualche eccezione, non sono
fatte per gente che voglia trascorrere una sera ballando e divertendosi.
Quindi preferisco starmene a Recco, a leggere, studiare e, quando mi viene
l'ispirazione, a comporre...".
Luigi Tenco, infatti, dopo aver vissuto quasi un anno a Roma, è tornato a
Recco. Non gli piaceva la vita chiassosa e un po' dispersiva della
Capitale. Adesso si reca a Roma solo quando ha bisogno di vedere qualche
amico o quando deve presentare alla sua casa discografica un nuovo motivo.
Tra i suoi migliori amici conta Gino Paoli e Umberto Bindi. ma non ha
seguito il loro indirizzo musicale.
"Io sono più 'cattivo' di loro", afferma. "Il mio linguaggio è più crudo.
Anche nelle mie canzoni d'amore c'è raramente qualcosa di armonioso e
poetico. L'incontro tra un uomo e una donna, secondo me, può avvenire
nelle circostanze più banali. Ricordo che quando presentai per la prima
volta 'Mi sono innamorato di te', molti rimasero perplessi e addirittura
sgomenti per la seguente frase: 'mi sono innamorato di te, perché non
avevo niente da fare...'. Capisce? Per me invece era una frase azzeccata
che rispondeva perfettamente alla realtà e spezzava i soliti luoghi comuni
sull'amore".
"Mi sono innamorato di te", è stata una delle prime canzoni di Tenco. Le
ultime, invece, si intitolano "Lontano, lontano" e "Ognuno è libero". La
seconda, tipico motivo rivoluzionario, ricorda un po' la canzone "Che
colpa abbiamo noi", lanciata dai Rokes.
"Effettivamente", conferma il cantante, "la prima idea del motivo dei
Rokes è stata mia. Mogol, al quale ne parlai, mi chiese di farne una
canzone. I Rokes l'hanno incisa e la cosa non mi dispiace affatto perché
essi hanno abituato il pubblico ad accogliere altri motivi dello stesso
genere".
"E i suoi programmi futuri?", chiediamo a Tenco.
"Anzitutto...poco lavoro. Ma quel poco, buono. Inciderò un 33 giri;
registrerò forse per la TV un programma intitolato "Quarantacinque minuti
con..."
"E il cinema?" insistiamo.
"Dopo aver interpretato La cuccagna mi fu proposto La ragazza
di Bube con Claudia Cardinale. Poi i soliti criteri commerciali
indussero i produttori a scegliere un attore di fama internazionale:
George Chakiris. Dopo d'allora mi hanno offerto solo dei western che
naturalmente ho rifiutato perché, torno a ripetere, i soldi mi piacciono,
ma non i compromessi. E un Tenco, vestito da cowboy con la chitarra in
mano, nessun compenso, per quanto lauto, sarebbe riuscito a farmelo
digerire!".
N.E.
articolo tratto da
"bolero film" del 16/10/1966
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