Sanremo (Imperia)
La Procura della Repubblica di Sanremo sta valutando l'ipotesi
di riaprire l'inchiesta sulla morte del cantautore Luigi
Tenco , che secondo la
versione ufficiale si uccise con un colpo di pistola alla testa
nella sua stanza dell'Hotel Savoy della città dei fiori nel 1967,
nel corso del Festival della Canzone. L'ipotesi che si affaccia
sulla scena è quella dell'omicidio.
Come ha rivelato ieri il quotidiano "Il Secolo XIX",
il procuratore della Repubblica di Sanremo, Mariano Gagliano, ha
dato incarico alla polizia giudiziaria di rintracciare tutti gli
atti della vecchia indagine sulla morte del cantautore. Al vaglio
del magistrato ci sono anche nuovi materiali raccolti negli ultimi
anni da tre giornalisti, Andrea Pomati e Marco Buttazzi, di
Imperia, e Aldo Fegatelli Colonna di Roma. Pomati e Buttazzi
avevano tra l'altro portato alla luce il fascicolo giudiziario sul
caso Tenco , che si credeva
scomparso. Insieme a Colonna, autore di una biografia sul
cantautore scomparso, sono in possesso dell'unica copia
autenticata del fascicolo. Il documento non è infatti più
reperibile negli uffici del tribunale.
La Procura sta ricostruendo gli atti anche attraverso le
consulenze di esperti e professori universitari intervistati dai
giornalisti, che hanno tra l'altro sottoposto ad accurati esami le
fotografie del cadavere di Luigi
Tenco , scattate nel 1967
dagli operatori della polizia scientifica.La Procura è orientata
anche ad acquisire le videocassette di diverse trasmissioni
televisive che negli ultimi anni hanno affrontato il tema delle
indagini, comprese due recenti puntate del programma di Raitre
"Enigma".I tre giornalisti che hanno raccolto
informazioni e documenti hanno anche presentato un esposto alla
procura. La denuncia si basa su una serie di considerazioni
ricavate dopo l'analisi del fascicolo giudiziario del 1967, ed in
particolare dall'esame delle foto della polizia scientifica in
esso contenute. Vengono messe in risalto in particolare le
differenti testimonianze relative alla posizione del cadavere e
della pistola all'interno della stanza; una telefonata della
fidanzata di Tenco , Valeria,
con la quale il cantautore avrebbe fatto programmi per il futuro
proprio poco prima di morire; l'assenza di sangue sulla camicia e
sulla maglietta del morto.Gli esperti sentiti per l'inchiesta
giornalistica hanno inoltre sottolineato l'assenza di ferite nella
mano di Tenco , che sono
invece quasi sempre presenti nei casi in cui la vittima si uccide
con una pistola, e la discordanza fra le descrizioni delle ferite
sulla testa del cantante che compaiono nei verbali e ciò che
mostrano invece le foto.
Nella vicenda si inseriscono anche le dichiarazioni
dell'avvocato Arrigo Molinari, all'epoca commissario di polizia,
incaricato delle indagini: «Quella sera tutti volevano
sbarazzarsi del cadavere del povero Tenco
- ha detto - e tenere al momento nascosta la notizia della morte».
Molinari ricostruisce quella notte affermando di aver saputo la
notizia della morte del cantautore mentre si trovava a casa e che
la comunicò all'Ansa di Genova. «Tutti i quotidiani - ricorda
Molinari - avvertirono subito i loro inviati a Sanremo, i quali si
precipitarono all'Hotel Savoia, dove arrivarono in contemporanea
con gli organizzatori del Festival. Arrivato a mia volta sul
posto, fui aggredito dal patron del Festival, che mi apostrofò
per il danno che avevo provocato rendendo pubblica quella notizia».«Erano
tutti tesi e volevano far scomparire il cadavere - ribadisce - io
mi sono adoperato per far eseguire i primi accertamenti, chiamando
almeno il medico per la constatazione del decesso».