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Domenica 23 Marzo 2003 - tratto da "l'Arena" di Verona

Dopo l’esclusiva pubblicata da «L’Arena» il 6 marzo
L’inchiesta su Tenco riparte « da zero »

Verona. Dopo le rivelazioni dell’ex commissario Molinari pubblicate in esclusiva dal nostro giornale nell’edizione del 6 marzo, la Procura della Repubblica di Sanremo sta valutando l’ipotesi di riaprire l’inchiesta sulla morte del cantautore Luigi Tenco, che secondo la versione ufficiale si uccise con un colpo di pistola alla testa nella sua stanza dell’Hotel Savoy della città dei fiori nel 1967, nel corso del Festival della Canzone. L’ipotesi che si affaccia sulla scena è quella dell’omicidio di Tenco. Il procuratore della Repubblica di Sanremo, Mariano Gagliano, ha dato incarico alla polizia giudiziaria di rintracciare tutti gli atti della vecchia indagine sulla morte del cantautore.
La procura sta ricostruendo gli atti anche attraverso le consulenze di esperti e professori universitari intervistati dai giornalisti, che hanno tra l’altro sottoposto ad accurati esami le fotografie del cadavere di Luigi Tenco, scattate nel 1967 dagli operatori della polizia scientifica.
La procura è orientata anche ad acquisire le videocassette di diverse trasmissioni televisive che negli ultimi anni hanno affrontato il tema delle indagini, comprese due recenti puntate del programma di Raitre «Enigma».
Il 6 marzo, il nostro giornalista Enrico de Angelis, vicepresidente e direttore artistico del Club Tenco, raccolse in esclusiva telefonicamente, via fax e in e-mail, le dichiarazioni dell’avvocato Arrigo Molinari, commissario di polizia e incaricato delle indagini all’epoca dei fatti.
Molinari dichiarò al nostro giornale che i vertici della Rai, in particolare Ugo Zatterin e gli organizzatori del Festival, vollero la rimozione del corpo di Tenco che fu riportato nella camera d’albergo in cui era stato trovato solo in un secondo tempo. Il corpo di Tenco fu sotterrato senza rilievi autoptici e il caso venne archiviato come «suicidio». Ma ora, a 36 anni di distanza, la vicenda si riapre anche grazie alla pagina che il nostro giornale ha pubblicato il 6 marzo.

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