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articolo del 16/02/2006
tratto dal giornale nel web: APRILE.IT

Luigi Tenco, un colpo di pistola

Teresa de Palma


E' di ieri mattina la notizia della riesumazione del corpo di Luigi Tenco, per chiarire i molti dubbi sulle cause della sua morte. A noi piace ricordarlo con le parole di una sua bellissima canzone:

"Io sono uno che parla troppo poco,
questo è vero,
ma nel mondo c'è già tanta gente
che parla, parla, parla sempre,
che pretende di farsi sentire,
e non ha niente da dire"


Era la notte tra il 26 e il 27 gennaio del 1967 quando il cantautore genovese si tolse la vita, dopo essere stato eliminato dal Festival della Canzone italiana, al quale aveva partecipato con la canzone "Ciao amore ciao", un brano di forte contenuto sociale che per quel periodo e soprattuto per la platea a cui si rivolgeva,abituata alle facili melodie d'amore, non arrivò neppure in finale.

Cresciuto artisticamente a Genova, appassionato di jazz, partecipa a differenti esperienze musicali in vari gruppi, incrociando altri grandi artisti come Bruno Lauzi, Gino paoli e Fabrizio de Andrè. Inizia con il gruppo dei "Cavalieri" composto tra gli altri,da Enzo Jannacci al pianoforte, Gianfranco Reverberi al vibrafono, Paolo Tomelleri al clarino e Nando de Luca alla batteria, poco considerato da pubblico e critica. Dal 1959 al 1963 incide un album che prende il suo nome e una ventina di singoli, tra i quali "Mi sono innamorato di te" e "Io si". In questo periodo il cantante alterna canzoni d'amore ("Ho capito che ti amo", "Ah... l'amore l'amore") con ballate di carattere sociale ("Vita sociale", "Hobby", "Giornali femminili" e altre ancora), che verranno pubblicati però solo dopo la sua morte.
Nel 1966 firma un contratto con la RCA, per la quale pubblica un album ("Tenco") e due singoli, meravigliosi, "Un giorno dopo l'altro " e "Lontano, lontano".Nello stesso tempo nasce la tormentata relazione con la cantante Dalida.

Nessun proiettile nella sua testa, questo è l'esito della lastra eseguita sulla salma peraltro ritrovata intatta.Dalla perizia è emerso che il foro d'entrata del proiettile è a destra e quello d'uscita a sinistra. Verranno prelevati campioni della mano e della tempia destra di Tenco da sottoporre alla prova dello "staub", per verificare la presenza di tracce di polvere da sparo.
Questi i fatti. Tutto è possibile anche che non si possa escludere l'omicidio. Forse Tenco conosceva e probabilmente condivideva l'annotazione di Cesare Pavese:"Non manca mai a nessuno una buona ragione per uccidersi", il fatto è che quest'uomo con la sua sensibile e profonda fragilità, probabilmente oltre che con il male di vivere si è scontrato con un ambiente, un periodo, un pubblico e un'amore che non gli hanno permesso di trovare, come per fortuna capita a quasi tutti noi, anche "una buona ragione per continuare a vivere".
Comunque sia, questo ragionamento non diminuisce la struggente emozione che ogni volta si prova ascoltando le sue canzoni, e il rimpianto per un grande artista strappatoci da un colpo di pistola.

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