E' di
ieri mattina la notizia della riesumazione del corpo di Luigi Tenco, per
chiarire i molti dubbi sulle cause della sua morte. A noi piace
ricordarlo con le parole di una sua bellissima canzone:
"Io sono uno che parla troppo poco,
questo è vero,
ma nel mondo c'è già tanta gente
che parla, parla, parla sempre,
che pretende di farsi sentire,
e non ha niente da dire"
Era la notte tra il 26 e il 27 gennaio del
1967 quando il cantautore genovese si tolse la vita, dopo essere stato
eliminato dal Festival della Canzone italiana, al quale aveva
partecipato con la canzone "Ciao amore ciao", un brano di forte
contenuto sociale che per quel periodo e soprattuto per la platea a cui
si rivolgeva,abituata alle facili melodie d'amore, non arrivò neppure in
finale.
Cresciuto artisticamente a Genova, appassionato di jazz, partecipa a
differenti esperienze musicali in vari gruppi, incrociando altri grandi
artisti come Bruno Lauzi, Gino paoli e Fabrizio de Andrè. Inizia con il
gruppo dei "Cavalieri" composto tra gli altri,da Enzo Jannacci al
pianoforte, Gianfranco Reverberi al vibrafono, Paolo Tomelleri al
clarino e Nando de Luca alla batteria, poco considerato da pubblico e
critica. Dal 1959 al 1963 incide un album che prende il suo nome e una
ventina di singoli, tra i quali "Mi sono innamorato di te" e "Io si". In
questo periodo il cantante alterna canzoni d'amore ("Ho capito che ti
amo", "Ah... l'amore l'amore") con ballate di carattere sociale ("Vita
sociale", "Hobby", "Giornali femminili" e altre ancora), che verranno
pubblicati però solo dopo la sua morte.
Nel 1966 firma un contratto con la RCA, per la quale pubblica un album
("Tenco") e due singoli, meravigliosi, "Un giorno dopo l'altro " e
"Lontano, lontano".Nello stesso tempo nasce la tormentata relazione con
la cantante Dalida.
Nessun proiettile nella sua testa, questo è l'esito della lastra
eseguita sulla salma peraltro ritrovata intatta.Dalla perizia è emerso
che il foro d'entrata del proiettile è a destra e quello d'uscita a
sinistra. Verranno prelevati campioni della mano e della tempia destra
di Tenco da sottoporre alla prova dello "staub", per verificare la
presenza di tracce di polvere da sparo.
Questi i fatti. Tutto è possibile anche che non si possa escludere
l'omicidio. Forse Tenco conosceva e probabilmente condivideva
l'annotazione di Cesare Pavese:"Non manca mai a nessuno una buona
ragione per uccidersi", il fatto è che quest'uomo con la sua sensibile e
profonda fragilità, probabilmente oltre che con il male di vivere si è
scontrato con un ambiente, un periodo, un pubblico e un'amore che non
gli hanno permesso di trovare, come per fortuna capita a quasi tutti
noi, anche "una buona ragione per continuare a vivere".
Comunque sia, questo ragionamento non diminuisce la struggente emozione
che ogni volta si prova ascoltando le sue canzoni, e il rimpianto per un
grande artista strappatoci da un colpo di pistola. |