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Ecco perché Luigi Tenco non si è suicidato
Ecco perché Luigi Tenco non si è suicidato
Alla vigilia della riapertura dell’inchiesta, parla Aldo Fegatelli Colonna, autore di tre libri sul cantautore morto a Sanremo nel 1967. “La pistola non era una Walter PPK. La posizione del corpo è stata descritta in almeno sei posizioni diverse. Ma i cadaveri non camminano”. E allora? “Ho un’idea molto precisa e spero che la magistratura ci arrivi”
5/3/2004
di Cinzia Marongiu
Da 37 anni a questa parte non passa Festival senza che il nome di Luigi Tenco, a proposito o no, venga evocato. Sanremo 2004 non ha fatto eccezione e si è aperto con una clamorosa notizia: il procuratore Mariano Gagliano starebbe per riaprire l’indagine, intenzionato com’è a firmare la riesumazione del cadavere e a ordinarne quell’autopsia che non è mai stata eseguita. “Speriamo che sia davvero la volta buona e che una volta per tutte si vada a fondo in un caso archiviato troppo frettolosamente ed etichettato in modo molto superficiale come suicidio”. A parlare è il giornalista e scrittore Aldo Fegatelli Colonna, senza dubbio il massimo esperto del mistero Tenco. Sono tre i libri dedicati al cantautore piemontese morto il 27 gennaio 1967 che portano la sua firma. L’ultimo, intitolato “Luigi Tenco - Vita breve e morte di un genio musicale” e pubblicato dalla Mondadori due anni fa, contiene una ricostruzione dettagliata e agghiacciante dell’ultima maledetta notte, quella in cui Luigi Tenco dopo essere stato bocciato con la cantante francese Dalida dal festival di Sanremo, fu trovato morto nella sua stanza dell’Hotel Savoy intorno alle 2 del mattino.
Perché non crede al suicidio?
“Perché dallo studio del fascicolo giudiziario sono emerse tali e tante contraddizioni che sarebbe impossibile crederci. Sono molti anni ormai che, insieme a due colleghi di Imperia, Marco Buttazzi e Andrea Pomati, cerchiamo di fare un po’ di luce in una vicenda troppo strana”.
A quali contraddizioni si riferisce?
“Per esempio, Tenco era un destrorso. Eppure il foro fatto dal proiettile è sulla tempia sinistra. Strano che lui abbia impugnato la pistola con la mano sinistra per spararsi”.
E poi?
“Dai vari testimoni oculari il suo corpo è stato descritto in sei posizioni diverse. Ora, se i cadaveri non camminano, come si spiega? E come si spiega che il commisario di polizia Arrigo Molinari e uno dei suoi agenti, Angelo Ciminari, entrando insieme nella stanza abbiano descritto due scene diverse?”.
Almeno sulla pistola sarà d’accordo con la versione ufficiale. Era o no una Walter PPK?
“No. Il giornalista Mario Durand, uno dei primi a entrare nella stanza e grande appassionato di armi, è ultra sicuro di aver visto una Beretta 22. E d’altra parte anche le fotografie scattate qualche ora dopo lo confermano. C’è poi la storia delle foto scattate immediatamente dopo la morte del cantautore e mai ritrovate”.
Che cosa pensa che si possa scoprire eseguendo l’autopsia?
“Verosimilmente il proiettile è ancora dentro la testa. Si potrebbe sapere moltissimo, a cominciare dal calibro e dall’arma che ha sparato”.
Si è fatto un’idea di cosa possa essere successo davvero?
“Ci sono almeno tre ipotesi. La prima è quella di un incidente, magari in conseguenza di una lite con Dalida. Una collutazione tra loro due, un gioco macabro, una sorta di roulette agghiacciante. Chissà”.
La seconda ipotesi?
“Un banale rapinatore. Due giorni prima di morire, Tenco aveva vinto una somma cospicua di denaro al Casino. Eppure nella sua stanza non è stato trovato niente, neanche una lira. Strano vero?”.
E l’ultima ipotesi?
“La terza ipotesi è quella dell’omicidio. Ho un’idea molto precisa ma non la formulo perché sennò finisco in galera. Aspetto e spero nella magistratura”.
articolo
tratto da "TV Sorrisi e Canzoni" nel WEB del 05/03/2004
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