Con l’arrivo del Festival di Sanremo arriva puntuale, ogni anno,
anche una qualche rievocazione del «caso Tenco». A distanza di 36 anni
Luigi Tenco, la sua vita e la sua morte continuano ad essere un «evento
mediatico» che colpisce il sentimento e l’immaginario collettivo,
specie se collegato ai clamori e alle frivolezze del festival, quello
stesso festival nel quale Tenco fu spezzato da un colpo di pistola.
Anche l’altra sera, su Raitre, la puntata di
Enigma
è stata dedicata a questa vicenda, tra ricostruzioni accurate e gaffe
approssimative, senza che peraltro saltasse fuori niente di nuovo
sull’argomento. Di solito non è dai programmi televisivi che emergono
indicazioni inedite sul mistero di quella morte, che per la verità
appare sempre più un mistero e sempre meno riconoscibile come suicidio.
Semmai le rivelazioni vengono da studi seri e inquietanti come quelli
dei giornalisti liguri Marco Buttazzi e Andrea Pomati o quelli
pubblicati dal biografo Aldo Fegatelli Colonna, tutti per fortuna
presenti a
Enigma
. Delucidazioni finalmente interessanti avrebbe potuto riferirle invece
un’altra persona che era stata annunciata come ospite di
Enigma
e che invece, come volevasi dimostrare, non s’è vista. Si tratta
infatti dell’ex commissario Arrigo Molinari, che condusse o meglio
avrebbe dovuto condurre le indagini su quella morte e che non a caso non
ha mai parlato per spiegare i suoi comportamenti in quell’occasione.
Per spiegare ad esempio: perché fece portar via il corpo senza
effettuare alcun rilievo e poi, ripensandoci, lo fece di nuovo
trasportare dall’obitorio alla stanza d’albergo, per far eseguire i
rilievi fotografici a distanza di due ore, quando ovviamente erano ormai
inquinati tutti gli elementi utili a capire qualcosa di ciò che era
successo (ci sono sei testimonianze diverse sulla posizione del
cadavere); perché non fu disposta una autopsia (non si sa nemmeno se
l’unico foro lasciato dalla pallottola nel cranio fosse di entrata o
di uscita, la qual cosa capovolgerebbe molte deduzioni) né la prova del
guanto di paraffina né una perizia balistica (non è nemmeno chiaro
quale pistola abbia sparato, e perché nessuno abbia sentito spari, e
come mai non fosse inserito il caricatore ma ci fosse solo un colpo in
canna) né una perizia calligrafica sul biglietto lasciato da Tenco;
perché lasciò andar via nella notte stessa la "quasi
fidanzata" Dalida (Tenco in realtà amava la veneta Valeria, e
questo è provato dalle sue inconfutabili lettere) nonché il marito di
Dalida, improvvisamente apparso e scomparso; e varie altre cosette.
Questo signore mai ha dato spiegazione di così singolari metodi di
indagine, che hanno "inorridito" il criminologo ospite di
Enigma
come qualunque persona di buon senso. Promosso questore e poi lasciata
la polizia, da privato cittadino il signor Molinari si è di nuovo fatto
notare giusto un anno fa, quando, sempre a Sanremo, presentò un esposto
in Procura per bloccare l’imminente esibizione di Roberto Benigni al
festival. Tutto torna, direi.
di Enrico de Angelis
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