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Dal libro di Roy Grassi


Fu in quegli anni che ebbi l’idea di cominciare a scrivere un libro sulla mia vita… E sempre in quegli anni Luigi prese il vezzo d’interpretare i suoi commenti salaci (alle volte vere e proprie barzellette) tra le righe di quello che io credevo fosse il capolavoro del futuro. Ecco qui sotto una parte dell’inizio di questo diario a “quattro mani” che poi ci accompagnò per ben dieci anni: “Scrivere un libro sulla mia vita….Un’idea grandiosa! Forse potrò anche diventare famoso! Ma in che stile scriverlo? In questi ultimi anni, di libri ne ho letti parecchi, e, poi, sono o non sono stato io che ho fatto la riduzione dei’Promessi sposi’ per la scuola onde farne una recita? Quindi….Non mi resta che scegliere lo stile da usare. Come d’Annunzio: morboso e prolisso, oppure come Hemingway: descrittivo e virile, oppure come Tennessee Williams: tormentato esistenzialmente? Io preferisco Mike Spillane: sesso e morte. Ma poi chi se ne frega dello stile! Scriverò come capita, tanto per far passare la giornata….Poi si vedrà! Secondo me la cosa più interessante sono i fatti, e di fatti io ne ho in abbondanza da scrivere. La guerra, i miei vari spostamenti da una città all’altra….Ce n’è finché se ne vuole di cose da dire. Bene, me ne vado a prendere un caffè giù al bar della piazzetta, poi al mio ritorno concerterò la trama da seguire”.

Eccomi di ritorno, della trama non ho ancora nessuna idea; ma il foglio che ho abbandonato in macchina non è più lo stesso; qualche persona (leggi Luigi) ha apportato modifiche ed aggiunte al mio scritto: “Ho letto le tue farneticazioni deliranti. Lascia perdere. ‘Gabriele’. Sempre ammesso che questa accozzaglia di parole possa mai diventare un insieme leggibile, sarà sempre una schifezza scritta da un ‘salame’!”

La mia risposta: “I fatti sono due. O ogni volta che mi allontano dalla macchina da scrivere tolgo il foglio, o ti uccido (propendo più per la seconda ipotesi): più facile da attuare!) Non posso vedere straziare così la storia della mia vita”. – “Ti prego: non togliere la carta dalla macchina da scrivere… Mi piacerà leggere quello che avrai scritto”. – Questa frase di Luigi mi risollevò il morale. Un cenno di approvazione da parte sua, per me, voleva dire un ‘quasi successo’ criticone come era! Ringalluzzito da queste parole, lasciai allora un messaggio espressamente per lui: “Allora pensi che debba iniziare?” – “Dico che ogni tanto leggere una barzelletta tira su il morale!”.









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